Abstract
Revisione stratigrafica e strutturale della "zona a scaglie" di Massa (Alpi Apuane, Appennino Settentrionale).
L'Unità di Massa è stata interamente revisionata in tutta la sua area di affioramento usando un approccio integrato nel quale si è cercato di creare una reale complementarietà tra gli strumenti dell'analisi stratigrafica e le tecniche dell'analisi strutturale classicamente adoperate in terreni metamorfici. La mancanza di continuità di sezioni ben esposte e l'elevata complessità delle strutture tettoniche presenti hanno reso necessario ricostruire pezzo per pezzo la successione stratigrafica della copertura tardo/post-ercinica. La fig. 2 mostra due sezioni colonnari rappresentative dell'intera successione stratigrafica ricostruita e fornisce una correlazione tra la successione dell'Unità di Massa e la successione di Punta Bianca.
Sono stati riconosciuti tre eventi deformativi da sin- a tardo-metamorfici. Il secondo evento è quello che ha generato le strutture tettoniche maggiori, rappresentate da pieghe chilometriche -spesso pieghe isoclinali rovesciate verso NE - di diversa lunghezza d'onda. Sono anche presenti importanti zone di taglio per lo più sviluppate in corrispondenza del nucleo di strette sinclinali. L'architettura strutturale derivante dal secondo evento deformativo raggiunge gradi di complessità molto elevati, ma la buona conoscenza delle successioni stratigrafiche si è rivelata in campagna uno strumento prezioso che ha consentito un'accurata ricostruzione delle geometrie.
A scala regionale l'Unità di Massa è composta da tre corpi rocciosi principali separati da zone di taglio duttile, sin-metamorfiche, che tagliano obliquamente l'edificio tettonico. Questi tre corpi prendono il nome dalle località che ne delimitano l'estensione: elemento di Bergiola Maggiore-San Carlo, elemento di Canevara-Monte Belvedere ed elemento di Vietina-Ripa.
Un risultato inaspettato è stato quello di scoprire che l'architettura strutturale della Zona di Massa non corrisponde a quello di una Schuppenzone, che dovrebbe essere caratterizzata da una pila di embrici, ma si sposa piuttosto con lo stile tettonico generale delle Alpi Apuane dove sono sviluppate pieghe sin- e tardometamorfiche che mostrano laminazioni di fianchi rovesci e decapitazioni di fianchi diritti lungo zone di taglio duttile mostranti sull'S0 evidenti angoli di cutoff a tetto e a letto.
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