Abstract
I calcari continentali deposti da acque scorrenti si formano per lo più come croste di calcite in ambienti ipogei carsici (speleotemi) epigei fluvio-palustri (calcareous tufa) oppure epigei termali (travertini): tre diverse condizioni geomorfologiche e fisico-chimiche generate da acque di origine meteorica, ma con proprietà distinte dovute a differenti percorsi di circolazione e di ricarica, che sono messi in evidenza dalla distribuzione dei valori di δ13C e δ18O dei carbonati recenti, precipitati in questi tre sistemi. Le caratteristiche petrologiche degli speleotemi e calcareous tufa, influenzate essenzialmente dal clima, sono sufficientemente note mentre quelle dei travertini che sembrano prevalentemente controllate dall’attività tettonica, non sono state ancora completamente descritte. Gli speleotemi, (stalattiti e stalagmiti), sono depositi macrocristallini, compatti e finemente laminati, costituiti da cristalli di calcite colonnare a palizzata. I calcareous tufa sono corpi calcarei massicci e molto porosi, di calcite microcristallina (mudstone) contenente resti di microfite (colonie batteriche, facies stromatolitiche) e di macrofite (facies fitoermali e fitoclastiche). I travertini sono calcari compatti, ben stratificati e fittamente laminati che nella zona prossimale del sistema termale sono dominati da croste cristalline (feather–like crystals o fan/ray crystals) e nella parte distale da microbialiti (croste laminari, paper-thin rafts, puff pastry), associati ad aggregati a cespuglio (shrubs) e a bolle calcificate (coated bubbles). Lo studio comparato delle caratteristiche petrologiche ed isotopiche dei carbonati continentali in formazione nei loro ambienti deposizionali attuali, fornisce i criteri per l’attribuzione univoca di depositi antichi non più connessi con le acque/sorgenti alimentatrici.
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