Abstract
Il tema della didattica delle Geoscienze sta assumendo sempre più importanza in ambito accademico sia a seguito del
coinvolgimento derivante dalla nuova normativa sulla formazione degli insegnanti sia, più in generale, in conseguenza
dell’aumentata sensibilità del mondo universitario verso la ricerca in didattica delle Scienze della Terra, finalizzata a un
collegamento sempre più stretto con i docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado.
Nel 2013, nell’ambito del convegno Geoitalia tenutosi a Pisa, è stata realizzata per la prima volta una sessione speciale
dedicata a “Le Geoscienze a scuola” che ha subito suscitato molta curiosità e buona partecipazione. Il successivo convegno
SGI-SIMP tenutosi a Milano (2014) ha confermato il trend positivo di questa iniziativa, anche grazie all’interesse di un
gruppo di ricercatori attenti a implementare le attività di ricerca e formazione affiancandosi ai docenti della scuola
secondaria. L’elevata partecipazione alla sessione, con poster ed exibit, aveva portato alla proposta di realizzare un volume
speciale dei Rendiconti on-line della Società Geologica Italiana (Rol, SGI), pubblicato grazie alla sensibilità dell’editor
della rivista della SGI, Prof. Domenico Calcaterra, e all’attiva partecipazione degli autori dei contributi, provenienti sia
dal mondo accademico sia dalla scuola (Paris E. & Pelfini M. eds., “Le Geoscienze a scuola 2014”, Rend. on Line Soc.
Geol. It, Vol 40, 2016).
L’esperienza in ambito congressuale è stata ripetuta nel 2016 per volere del comitato organizzatore del convegno
tenutosi a Napoli (88° Convegno della Società Geologica Italiana), dove la sessione “Didattica delle Geoscienze” ha
ottenuto un ottimo successo di partecipazione, con un consistente aumento dei partecipanti (circa un centinaio) che,
complessivamente, hanno presentato 40 poster. Le ricerche illustrate hanno riguardato in prevalenza la formazione degli
alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado, ma non sono mancati contributi relativi alla scuola primaria. Il
dibattito che ha fatto seguito alla sessione orale, strutturata con interventi a invito, ha evidenziato il crescente interesse
verso questo ambito non solo in termini di numerosità ma anche di varietà degli argomenti disciplinari affrontati. I
risultati positivi hanno portato, quindi, alla realizzazione del presente volume, rispetto al precedente più ricco in
contributi, attentamente selezionati e caratterizzati da una maggiore interazione con il mondo della scuola. Il Volume
contiene 19 lavori tra articoli e note brevi, di cui 6 aventi come oggetto metodologie didattiche innovative nell’ambito
delle Geoscienze (Baldin & Greco, Occhipinti, Pelfini et al., Porta et al. (2), Sturani et al.) e 2 che valutano l’esperienza
delle Olimpiadi di Scienze della Terra (Gravina et al., Lancellotti et al.). I restanti 11 contributi propongono casi-studio
di attività sperimentali che coinvolgono gli alunni in laboratorio (Berra, Caironi, Caputo et al., Di Nezza et al., La Longa
et al., Pieraccioni et al., Realdon et al., Scacchetti & Bertacchini) e in escursioni sul campo (Casarotto, Magagna et al.,
Pelfini et al.).
La sintesi dei risultati ha permesso di evidenziare come il raccordo tra le esperienze di insegnamento delle Scienze
della Terra, segnalato in passato come debole, cominci realmente a migliorare. Ne è testimonianza l’inserimento delle
Geoscienze tra le discipline a cui è dedicato il Piano delle Lauree Scientifiche (PLS 2014-2016), un’iniziativa congiunta
tra il MIUR e la Confindustria volta a favorire l’acquisizione da parte degli studenti di competenze scientifiche meglio
rispondenti alle esigenze del mondo del lavoro, per rafforzare gli effetti della formazione sulla società contemporanea.
La comunità delle Geoscienze in Italia sta dedicando quindi più attenzione alla problematica e la pubblicazione di
questi due volumi si propone come un punto di partenza per un incremento significativo della produzione scientifica
relativa alla ricerca nell’ambito della didattica disciplinare. Tutto ciò induce a sperare che l’esempio sia seguito sia da
altre riviste scientifiche s.s., che in genere affrontano specifiche tematiche legate alla ricerca di laboratorio o di campo,
sia dalle riviste che privilegiano ambiti più strettamente psico-pedagogici. Questo è un passo cruciale per invogliare
anche i giovani ricercatori a dedicarsi alla didattica disciplinare, potendo illustrare i risultati del loro lavoro e diffonderli
attraverso una produzione scientifica riconosciuta.
Il processo di entrare maggiormente in contatto con gli insegnanti e di riconoscere il ruolo svolto dai ricercatori, che
mantengono vive e fanno crescere queste collaborazioni, sembra dunque aver fatto un passo in avanti, come auspicato
con il volume precedente.
I gruppi più attivi continuano con le diverse attività (collaborazioni, tesi di laurea e dottorati su tematiche di
didattica delle Scienze della Terra) che ci auguriamo possano essere seguite anche da altri gruppi di ricerca. Le iniziative
congressuali su questo tema sono state anche utili per iniziare nuovi progetti e fruttuose collaborazioni.
La nuova normativa relativa alla formazione degli insegnanti (D.L. 59/17), oltre ad aver modificato il reclutamento
degli stessi, pone molto l’attenzione sugli ambiti antropo-psico-pedagogici e sulle metodologie e le didattiche disciplinari.
Questo deve rappresentare un ulteriore stimolo per incrementare non solo le iniziative a sostegno degli insegnanti ma
anche la fattiva collaborazione per una didattica delle Scienze della Terra sempre più attiva, inserita nel contesto della
società attuale e delle relative problematiche.
Questo volume, come il precedente, è dunque dedicato in primis agli insegnanti ma anche al mondo scientifico,
con l’auspicio di una continua ed efficace crescita. La conoscenza e la cultura sono, infatti, alla base dello sviluppo
della società e la formazione nell’ambito delle Scienze della Terra è fondamentale per la convivenza con le dinamiche
del nostro pianeta. Ne consegue la grandissima importanza di un’accurata formazione degli insegnanti da cui potrà
certamente derivare un’opportuna sensibilizzazione dei giovani a partire dalle prime fasi dell’educazione.
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